20 ottobre 2011

LA FINE DEL RAIS

E' ufficiale. Il rais, l'uomo che per oltre 40 anni fu a capo della Libia è stato ucciso. Lo cercavano da tempo, lo volevano morto, volevano fargliela pagare. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, a quanto pare.
Premetto che uccidere qualcuno è senza dubbio un atto indegno in ogni caso, ma la morte di Gheddafi ha segnato la fine di quella guerra durata mesi in Libia. Il Cnt ha ufficializzato il decesso e compaiono già le prime foto (una di essere in alto a sinistra dell'articolo).

Ormai è abitudine nel web ricordare le persone scomparse con citazioni o narrando cosa hanno fatto, e perciò lo farò anche io.
Voglio raccontare del trattato Roma-Tripoli, ovvero l'accordo fra il rais e Berlusconi che autorizzava la Libia a gestire i clandestini arrivati e catturati in Italia. Questo fu un vanto per il centro destra italiano anche se non ha mai specificato che cosa subivano queste persone nei territori del Magreb. Le carceri libiche, infatti, erano veri e propri lager. Fucilazioni, torture di ogni tipo, come l'elettricità sui testicoli o giornate passate in piedi sotto il sole senza acqua nè cibo, l'arresto senza motivazione (bastava non essere libici), posti di blocco sul confine per evitare che arrivassero ragazzi di altri paesi. Ragazzi che sono morti a migliaia grazie la complicità dell'Italia.
E quando il mondo si è accorto di questo personaggio e ha deciso di attaccare noi, valorosi, italiani ci siamo schierati dando addosso al dittatore (quando poche settimane prima B. lo definica un "amico").

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